Dal punto di vista metodologico, pur differenziandosi in alcuni aspetti, i modelli di terapia dinamica breve hanno in comune i seguenti elementi:
1) Selezione dei pazienti. La capacità del paziente ad impegnarsi nella psicoterapia a tempo determinato è valutata prendendo in considerazione le caratteristiche dell’organizzazione della personalità, ritenute rilevanti per il lavoro richiesto dal trattamento. In tal senso la psicopatologia del paziente diventa di secondaria importanza rispetto alla possibilità di dimostrare di avere il potenziale, perché s’instauri un rapporto di collaborazione con il terapeuta.
2) La tecnica “attiva”.
3) La definizione e ricerca di una problematica centrale o focus dinamico. Cioè la formulazione di un’area d’intervento, definita in modo da risultare specifica e significativa sia per il terapeuta sia per il paziente.
4) L’analisi del transfert. La manifestazione dei conflitti emozionali del paziente nell’ambito della relazione terapeutica viene considerata il fine più importante del lavoro d’interpretazione.
5) Il limite di tempo prestabilito. Anche se sono abbastanza flessibili, i limiti di tempo vengono fissati all’inizio del trattamento e tutte le questioni riguardanti la conclusione vengono affrontate continuamente nel corso del trattamento.